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Le interviste ai quattro candidati alla regione


Di seguito riportiamo parte delle interviste ai quattro candidati alla presidenza della regione Piemonte curate dal settimanale La voce e il tempo di Torino, riportando i passaggi che riguardano le politiche per le famiglie.

Dall’intervista di Aldo Novellini a Sergio Chiamparino
Quali politiche saranno in campo per la famiglia?
Per le famiglie numerose vi è una serie di agevolazioni nell’accesso ai servizi. A partire dal 2020 verranno azzerate le rette degli asili nido per i due terzi dei bambini che vi accedono, mentre per il restante terzo la quota a carico delle famiglie sarà ridotta ad un quinto di quella attuale. In pratica su circa 15 mila bambini, gli asili nido saranno gratuiti per 10 mila e per gli altri vi sarà una cospicua riduzione.
Si ha talvolta la sensazione che il centrosinistra, più che alle famiglie costituite sul matrimonio, si rivolga alle unioni alternative. Ritiene sia così?
Penso si imponga un po’ per tutti, la necessità di una riflessione sulle caratteristiche della famiglia nella società odierna, tenendo proprio conto della pluralità di relazioni familiari ed interpersonali esistenti. Punto essenziale e unica bussola che deve guidarci quando si parla di queste tematiche, resta sempre l’interesse dei minori che sono la parte debole. Non ho dubbi sulle adozioni per le coppie gay e penso vada loro riconosciuta questa facoltà. Per quanto riguarda gli accessi ai servizi il nostro concetto di famiglia è aperto a tutto quello che, nel nostro diritto, si configura come famiglia. E mi pare che anche la Chiesa stia facendo, in proposito, riflessioni non banali su questo tema.

Dall’intervista di Aldo Novellini ad Alberto Cirio
Quali politiche intendete mettere in campo per la famiglia?
Le politiche della famiglia sono decisive per incentivare le nascite. C’è un’emergenza denatalità che deve preoccupare chiunque abbia veramente a cuore il futuro del nostro Paese. Per porre rimedio a questa situazione, occorre offrire un forte sostegno sia economico che in termini di servizi a chi mette al mondo dei figli. Si tratta anche di cambiare alcune logiche: ad esempio, bisogna considerare numerosa una famiglia già al terzo figlio e non solo dal quarto, come accade oggi.
Famiglia naturale, altre forme familiari. Come la vede?
Rispetto massimo per tutte le forme di convivenza, espressione della libertà delle persone.
Detto questo, ritengo però che sia prioritario sostenere la famiglia tradizionale, padre e madre, come luogo fondamentale per la crescita e l’educazione dei figli.

Dall’intervista di Michele Ruggiero a Giorgio Bertola
La scuola cattolica è critica sull’impostazione della grillina Amministrazione Appendino. Stesso colore, stessa visione anche sul territorio allargato della regione, da parte sua?
Regione Piemonte e Comune di Torino hanno competenze e bilanci molto differenti.
Il nostro obiettivo è quello di garantire a tutti gli studenti di tutte le famiglie pari diritti. Per farlo intendiamo dare completa copertura alle graduatorie dei voucher regionali per il diritto allo studio (libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche, attività integrative dei professori e trasporto scolastico).
Ad integrazione abbiamo attinto dal programma del candidato:
Famiglie
Sostegno alle famiglie a basso reddito con la copertura totale dei buoni scuola. Incentivi per aprire nidi aziendali e promozione dell’invecchiamento attivo. Sostegno domiciliare alle famiglie con anziani e disabili.
Sostegno al reddito
Reddito energetico: il sostegno che fa bene all’ambiente. Impianti fotovoltaici in concessione gratuita alle famiglie con basso reddito.

Dall’intervista di Alberto Riccadonna a Valter Boero
Perché il nome «Popolo della Famiglia»?
Per marcare la differenza dai partiti che si richiamano a un’ideologia politica e dichiarare che il nostro partito esiste per fare soprattutto una cosa, concreta: portare la vita delle famiglie al centro di tutte le decisioni politiche.
Tutte?
Sì, tutte. Che si parli di ospedali, di trasporti, di istruzione… L’obiettivo dovrebbe essere sempre un solo: realizzare il benessere della persona umana, che ha nella famiglia il luogo ideale per crescere.
Non accade già così?
Non direi.
Esistono assessorati alla Famiglia, leggi sulla Famiglia…
La verità è che in Italia e in Piemonte le risorse a sostegno della maternità e del matrimonio, anche se propugnato dalla Costituzione Italiana, sono molto scarse. Siamo un paese di vecchi, con sempre meno bambini, ci stiamo spegnendo…
Ogni anno in Piemonte muoiono 55 mila persone, ne nascono soltanto 30 mila: quanto possiamo illuderci di andare avanti se non nascono bambini?
Veniamo al suo programma per il Piemonte, cosa propone concretamente?
Innanzi tutto la sperimentazione della legge sul Reddito di Maternità: 1000 euro al mese, fino a 8 anni, per le donne che scelgono di stare a casa per crescere ed educare il figlio. Abbiamo raccolto le 50 mila firme in tutt’Italia per il disegno di legge di iniziativa popolare, che verrà presto portato in Parlamento.
Con quali risorse sarebbe pagato il sussidio?
Abbiamo calcolato che impegnerebbe a regime il 2% del Bilancio regionale, non una cifra esagerata. Per capirci con le proporzioni, è come se con uno stipendio di 1500 euro/mese investissimo 30 euro per garantirci il futuro.
Non suona come un ritorno al passato? Donne a casa, uomini al lavoro…
Sa quante donne rinunciano alla maternità per non perdere stipendi esegui? Sa quante ne ho incontrate nei Centri di Aiuto alla Vita, che rinunciano alla maternità per motivi economici?

Tratto da: La voce e il tempo, n.19,  12 maggio 2019