domenica , 13 Ottobre 2024
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Libera scuola in libero Stato?

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La scuola italiana è ammalata di ideologia. Lo è da tanto tempo, non solo dal tempo del Covid 19. È una malattia che danneggia gli studenti, gli insegnanti, i Dirigenti, tutto il sistema Paese. Quella che, secondo le intenzioni dei Padri Costituenti del dopoguerra doveva essere il mezzo (l’ascensore sociale) per dare la possibilità a tutti i ceti sociali di raggiungere qualunque posizione nella società, si sta rivelando la più iniqua delle macchine dell’ideologia. La scuola da molti anni è il campo di battaglia per accaparrarsi l’egemonia culturale ed economica di un Paese.
Basta leggere le statistiche Invalsi del 2019 per toccare con mano le grandi disuguaglianze sociali ormai troppo crude per essere nascoste.
In questo triste panorama, esiste una discriminazione ulteriore che riguarda le Scuole paritarie, che, grazie alla Costituzione Italiana ed alla Legge 62 del 10 marzo 2000, hanno lo stesso status delle Scuole statali, anche se gestite da Enti diversi dallo Stato. (…) L’art. 3 comma 2 della Carta costituzionale recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana». E l’articolo 30 aggiunge: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio». Ciò dovrebbe spazzare via completamente qualunque obiezione ad una reale parificazione anche economica.
Eppure, l’obiezione più frequente degli oppositori della libera scelta educativa – che è un diritto laico e universale – si basa sull’articolo 33 comma C: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione ma senza oneri per lo Stato». La frase «senza oneri per lo Stato» non significa che il Governo non possa sostenere le famiglie nel pagare la retta scolastica.
L’art. 33 dice solamente che i privati non possono chiedere allo Stato contributi per istituire scuole.
Vale la pena sottolineare che, anche i conti dello Stato, ne trarrebbero giovamento. In un momento di crisi economica come questo, non guasterebbe affatto. Considerando un costo medio annuale per allievo di scuola statale di 6.500 euro (conteggi del Mef e del Miur), emerge un risparmio annuo dello Stato, grazie alle Scuole paritarie, di 6 miliardi di euro. Lo Stato riconosce mediamente per ogni allievo di scuola paritaria solo 560 euro annuali.
In questi anni, grazie all’adesione all’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) dovuta all’ingresso dei miei tre figli nel mondo della Scuola paritaria, mi sono sempre chiesto l’origine di questa discriminazione.
Non ho trovato altra spiegazione che questa: l’opposizione ad un vero sistema pluralistico è una ideologia statalista, secondo la quale pubblico è considerato sinonimo di statale e tutto ciò che è privato non può svolgere un servizio pubblico. Questa «miopia», ancora oggi presente in una parte politica del Parlamento e del Governo, condanna il mondo della scuola ad un impoverimento culturale poiché spegne uno dei motori che muovono da sempre le persone verso il miglioramento: la libertà della competizione (cum-petere), l’emulazione tra sistemi che guardano al meglio per i propri studenti.
Don Bosco voleva formare con l’educazione «buoni cristiani ed onesti cittadini».
Don Giussani chiedeva: «fateci andare in giro nudi ma lasciateci liberi di educare».
Questo è ciò che una parte politica, purtroppo ancora maggioritaria, vuole: un popolo ignorante ed indifferente, che si possa manovrare e raggirare più facilmente.
Sempre di più, sono necessarie Scuole paritarie perché hanno un progetto educativo culturalmente e cristianamente ben definito, insegnanti e dirigenti preparati e motivati per un miglioramento di tutti gli studenti, che non lascia indietro nessuno, esaltando le qualità di ognuno. Si respira aria di comunità educativa, aperta, libera, universale. Nelle pagine di questo giornale ne diamo ampia testimonianza.
Roberto GONTERO
Equipe genitori S. Giuseppe Cafasso
Esecutivo nazionale Agesc
Presidente Forum associazioni familiari Piemonte