Le possibilità offerte dai nuovi media sono almeno tante quanti i rischi, se si studia il fenomeno senza preconcetti. Innanzitutto, dopo decenni di comunicazioni monodirezionali, i social hanno riportato la comunicazione al modello originale dello scambio, dove ognuno è emittente e ricevente allo stesso tempo, parla, ascolta, comprende e risponde a moltissime persone contemporaneamente. L’ascolto, sebbene fondamentale nella comunicazione, non è qualcosa a cui siamo abituati: “Siamo poco capaci ad ascoltare perché questo presuppone la capacità di stare in silenzio e il dare valore a ciò che l’altro ha da dire”, spiega la Giaccardi. E proprio i social, con la loro modalità di condivisione e connessione continua, potrebbero essere un esercizio d’ascolto per chi ne fa uso. Certo anche qui, come nella vita reale, c’è il rischio di non ascoltare, o di ascoltare solo chi si esprime in maniera a noi congeniale, come in una sorta di “stanza degli echi”.
Dall’altro lato, però, una delle grandi ricchezze dei nuovi media è la possibilità di intessere relazioni con persone completamente diverse da sé stessi, che nella vita reale non avremmo mai incontrato e che possono, in un dialogo tra opposti, arricchire le nostre esperienze di vita e allargare le nostre prospettive.
Fonte: La voce e il tempo
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