La relazione è il cuore pulsante di una cultura della cura che va promossa in ogni luogo e in ogni momento dell’esistenza umana.
La cultura della cura è, innanzitutto, un modus vivendi che si contrappone alla cultura dello scarto. È una cultura che si batte per la difesa della vita e per una assistenza amorevole del sofferente. La cultura della cura è, in secondo luogo, una cultura della solidarietà: una cultura che non abbandona nessuno, che si preoccupa degli ultimi, degli indifesi, dei poveri e di quelli che oggi vengono considerati degli scarti.
Gli scarti sono forse tali per il mondo ma non lo sono per gli occhi di Dio. Non c’è sofferenza o malattia, non c’è utilità o falsa dignità, che legittima la soppressione di una vita umana.
Difendere la vita significa prendersi cura degli ultimi, di coloro che non hanno diritti da reclamare ma, all’opposto, una relazione di amore da testimoniare. È l’amore testimoniato da Giobbe, cantato dal Cantico dei Cantici, glorificato da Gesù. È l’amore quotidiano e silenzioso delle famiglie che si prendono cura fino alla fine dei propri cari. È l’amore professionale di medici e scienziati che in ogni vita vedono rispecchiata non solo un grumo di materia ma un sussulto d’umanità.
Cos’è l’uomo? A questa domanda non più banale, la cui risposta non è più scontata, abbiamo tutti quanti il compito di rispondere con sapienza e discernimento. Abbiamo il compito, nuovo e grande, di confrontarci e di collaborare con tutte le persone di buona volontà.
S. Em.za Card. Gualtiero Bassetti
Testo tratto dal messaggio inviato ai partecipanti del XV convegno nazionale di Scienza & vita